Votare in Italia: 1968-2008 by Paolo Bellucci & Paolo Segatti
autore:Paolo, Bellucci & Paolo, Segatti [Paolo, Bellucci & Paolo, Segatti]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Studi e Ricerche
ISBN: 9788815302069
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2011-10-14T22:00:00+00:00
3. La misura dei valori
I valori, non diversamente da qualsiasi altro costrutto psicologico, non sono direttamente osservabili. Secondo Van Deth e Scarbrough [1995a] non possono essere nemmeno misurati, ma solo inferiti dai ricercatori a partire dalla misurazione di un insieme di atteggiamenti e dallâosservazione di pattern di correlazioni tra essi. Questa prospettiva discende coerentemente dalla definizione di «valori» come elementi generatori di coerenza tra le credenze ideologiche di una persona. In questâottica, i valori rappresentano dispositivi euristici (o principi esplicativi) ipotizzati dai ricercatori per rendere conto di pattern di associazioni tra atteggiamenti verso specifiche issues e policies. Di conseguenza, non sarebbe pertinente chiedersi come si misurano i valori e bisognerebbe invece domandarsi: quali atteggiamenti politici occorre misurare per indagare il sistema di valori degli elettori? Gli atteggiamenti riconducibili ai valori dellâuguaglianza o della libertà in ambito economico sono ad esempio quelli verso lâintervento dello stato nellâeconomia, lâequa redistribuzione del reddito, la libertà delle imprese; in ambito socio-culturale sono ad esempio gli atteggiamenti verso il diritto di aborto, i diritti delle coppie omosessuali, la pena di morte [Bellucci e Petrarca 2007].
Gli studiosi che, in linea con Schwartz, definiscono i valori come scopi dellâesistenza individuale riconosciuti soggettivamente si muovono in una prospettiva in parte diversa dalla precedente e ritengono pertinente chiedere direttamente alle persone quali sono i principi-guida della loro esistenza. Questa è la prospettiva adottata in questo capitolo nel quale, come già detto, si è assunto come riferimento il sistema dei valori individuato da Schwartz. Soffermiamoci dunque brevemente sui vari strumenti messi a punto nel tempo dallo studioso per misurare i valori delle persone.
Il primo strumento comprendeva quasi sessanta item formulati in modo astratto (sotto forma, cioè, di verbo allâinfinito, come «avere successo», o di aggettivo, come «essere creativi»). I partecipanti erano invitati a indicare quale importanza davano a ciascun valore come principio-guida della loro vita su una scala a nove punti, da 7 (assai importante) fino a 0 (non importante) e -1 (opposto ai miei principi) [Schwartz Value Survey (SVS), Schwartz 1992]. In questo strumento, il numero degli item volti a misurare ciascun tipo di valore variava da tre (come nel caso dellâedonismo) a otto (come nel caso dellâuniversalismo), a seconda della complessità del costrutto sotteso. Un limite di questo strumento, oltre al tempo necessario per la somministrazione, era rappresentato dal fatto che esso richiedeva una buona capacità di pensiero astratto da parte degli intervistati. Di conseguenza, esso si è rivelato inadatto a misurare lâadesione ai valori in campioni poco avvezzi allâuso di questo genere di pensiero, come quelli costituiti da pre-adolescenti oppure da persone non istruite allâinterno di scuole occidentali.
Per ovviare a questo limite, Schwartz ha sviluppato un secondo strumento, il cosiddetto Portrait Values Questionnaire (PVQ). Questo secondo strumento contiene brevi ritratti verbali di quaranta persone (dello stesso genere della persona intervistata): in ogni ritratto, vengono descritti scopi e desideri coerenti con un determinato valore. Per esempio, «Gli/le piace rischiare. à sempre alla ricerca di avventure» è un item che serve a misurare lâadesione al valore della stimolazione. Gli
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